PVC Polivinilcloruro

 PVC Polivinilcloruro

Il PVC, polivinilcloruro noto anche come cloruro di polivinile, avente formula -(CH2CHCl)n– e peso molecolare compreso tra le 60 000 e le 150000 u. 

È il polimero più importante della serie ottenuta da monomeri vinilici ed è una delle materie plastiche di maggior consumo al mondo.

Materiale rigido.

Gli esteri dell’acido ftalico, che lo rendono flessibile e modellabile. 

Viene considerato stabile e sicuro nelle applicazioni tecnologiche a temperatura ambiente, ma pericoloso se bruciato o scaldato.

A elevate temperature e in impianti inidonei al suo trattamento, per via della presenza di cloro nella molecola, che può liberarsi come HCl, secondo la seguente reazione:

{\displaystyle {\ce {2C2H3Cl + 5 O2 -> 4 CO2 + 2 H2O + 2 HCl}}}”></p>
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<p>Il polivinile non degrada depolimerizzando a formare CLORURO DI VINILE monomero.</p>
<p>Diossine e furani si possono formare quando il materiale è decomposto termicamente.</p>
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<p>Come le altre materie plastiche è un polimero RICICLABILE, con impianti adeguati. </p>
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<p>Al termine delle reazioni di polimerizzazione si presenta come polvere o come granulato bianco; la DENSITA’ è generalmente di 1,40-1,45 g/cm³.</p>
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<p>Può essere trasformato in articoli rigidi (u-PVC), semirigidi e plastificati. </p>
<p>Se plastificato (p-PVC) è addizionato con additivi plastificanti che ne aumentano la morbidezza.</p>
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<p>E’ un polimero instabile alla luce e al calore. </p>
<p>In particolare durante il processo produttivo il calore e lo shear hanno su di esso un effetto degradativo che si manifesta con l’emissione di acido cloridrico. </p>
<p>Ciò determina la formazione di sequenze polieniche e di una struttura reticolata che causano una forte variazione di colore (prima giallo, poi rosso, bruno, nero) e un aumento della viscosità del fuso. </p>
<p>Per questa ragione per poterlo processare occorre aggiungere additivi come gli stabilizzanti, i lubrificanti, gli aiuto di processo ecc. </p>
<p>Gli stabilizzanti possono essere prodotti con saponi di calcio e zinco, molecole organiche, derivati organometallici dello stagno, sali di bario, carbossilati di cadmio e sali di piombo. </p>
<p>In Unione Europea l’uso degli stabilizzanti a base cadmio è terminato nel 2007. </p>
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